Gli orologi molli

Era il 1931 quando Salvador Dalì, genio visionario del XX secolo, dipinse il quadro “La persistenza della memoria”. 
Non è un’opera di comprensione subitanea o intuitiva, anche se quasi tutti lo abbiamo visto e rivisto senza badarci molto, se non fosse per quegli orologi che sembrano squagliarsi al sole.
Dalì stesso intitolò l’opera Gli orologi molli ma il gallerista che acquistò l’opera per esporla, cambiò la titolazione in quella attuale. Quando fu chiesto a Dalì cosa rappresentassero quegli orologi molli egli rispose: “È un po’ una natura morta esagerata, in cui l’attimo corre talmente veloce che già sta modificando ogni cosa sotto il nostro sguardo.”
Il concetto del tempo che fugge, che tutto cambia senza che ce ne accorgiamo, ma soprattutto la differenza tra il tempo astrale e il tempo soggettivo, sono tuttora motivi di indagine, riflessione e scoperte scientifiche.

Certo piacerebbe possedere il quadro di Dalì, ma possiamo avere la testimonianza di questo quadro attraverso un orologio molle posato con noncuranza sul ripiano più impensabile della casa o dell’ufficio; è un modo per stare almeno un po’ accanto a uno dei simboli dell’arte del '900.

Per vedere l’opera originale bisogna andare al Museum of Modern Art di New York ma per acquistare un orologio basta cliccare qui.

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